lunedì 8 dicembre 2014

Mondiali di nuoto in vasca corta Doha 2014

Ieri Domenica 7 Dicembre si sono conclusi i Mondiali di nuoto in vasca corta di Doha (Qatar), per l'Italia l'ultima giornata ha riservato una grande gioia e la vera consacrazione di un Campione (Gregorio Paltrinieri) e FORSE la definitiva uscita di scena di una enorme campionessa (Federica Pellegrini) che non riesce più a trovare lo spunto neanche nella gare che la consacrò a 16 anni e cioè i 200 sl.
Ma analizzando a 360 gradi questo campionato del mondo scopriamo un grande livello del campo partenti (pur essendoci qualche assenza importante) che ha portato ad abbattere un numero importante di record del mondo (23), a volte con facilità disarmante, da atleti di grandissimo spessore che hanno confermato i loro progressi.
A livello mondiale sia femminile che maschile abbiamo avuto due grandissime individualità che hanno spiccato su tutti e cioè Katinka Hosszu (Ungherese) e Chad Le Clos (sudafricano) che vincono rispettivamente 8 medaglie, 4 ori con altrettanti record del mondo (100 e 200 dorso, 100 e 200 misti) 3 argenti, 1 bronzo, prima donna nella storia a riuscirci, e 4 medaglie, tutte d'oro conquistate nei 200 sl e nelle tre specialità a farfalla (50, 100, 200) primo uomo a riuscirci nella storia dei campionati.
Chad Le Clos e Katinka Hosszu - foto da swimswam.com

Dietro di loro un grande stuolo di pretendenti al titolo di miglior atleta e che hanno fatto vedere cose egrerie specialmente fra le donne, dove Mireia Belmonte (Spagna) conquista quattro medaglie d'oro con 2 record del mondo, 200 farfalla (prima donna a scendere sotto i 2', 1'59"61), e 400 misti, entrambi battendo la sopracitata Hosszu. Grande risalto hanno avuto anche le imprese di Sarah Sjostrom che vince con record del mondo i 100 farfalla e i 200 sl, quest'ultimi strappando a una irriconoscibile Federica Pellegrini (arrivata appena quinta) il record del mondo da lei detenuto dal 2009 in 1'50"78, oltre a queste anche le medaglie conquistate in staffetta con la Svezia. Regina della velocità al femminile è Ranomi Kromawidjojo che vince 50 e 100 stile con estrema facilità. Nota di merito e storica vittoria per il nuoto centro Americano, và alla prima medaglia mondiale del nuoto per la Jamaica nei 50 rana con Alia Atkinson che batte la strafavorita Meilutyte con record del mondo,quel record che probabilmente la ragozzona lituana inseguiva visto il suo passaggio folle ai 25, e perde l'oro mondiale già ampiamente preannunciato. 
In campo maschile registriamo meno bagarre ma fra questi si esalta il "fratellino" Florent Manaudou, che si conferma il re della velocità pura, vincendo con record del mondo 50 stile e dorso (specialità quest'ultima nuotata per la seconda volta in carriera) ma facendosi battere da un redivivo Cesar Cielo che con una prova maiuscola e dando fondo a tutte le energie rimaste, lo batte allo sprint nella gara regina i 100 sl con un 45"75 fantastico.
Note di colore ma anche importanti per la crescita del nuoto a livello Mondiale la presenza a Doha di alcune nazionali "cenerentole" come la Papua Nuova Guinea, le seychelles, Macao, Filippine e tante altre "piccole" nazioni che hanno dimostrato tutti i propri limiti ma cominciano ad affacciarsi a livello mondiale.
Per quanto riguarda il bilancio ITALIANO i due atleti copertina provengono entrambi dalla velocità (senza nulla togliere a Greg veramente immenso) e sono Marco Orsi ed Erika Ferraioli che migliorano i record italiani sui 50 stile (Erika addirittura 2 volte, fino al 24"09, con quinto posto mondiale, Marco vola a un 20"69) il primo diventa anche vice campioe del mondo dietro solo a Manaudou, e contribuiscono non poco alle medaglie di staffetta italiane, confermando un bel progresso e la loro predisposizione verso la vasca corta.
Buone cose fa vedere anche Fabio Scozzoli che piano piano si riavvicina ai suoi livelli di due anni prima della rottura del crociato, finendo 5 nella finale dei 50 rana. Fra le donne centrano le finali di specialità Arianna Barbieri, Ilaria Bianchi e Alessia Polieri, nei 100 dorso,100 farfalla e 200 misti.
Discorso a parte è da fare per Gregorio Paltrinieri che con questa vittoria mondiale si consacra e mette sugli attenti anche Sun Yang (fermato per doping) in vista delle prossime olimpiadi di Rio 2016. Tornato da poco, dopo un mese e mezzo in Australia per imparare i segreti dei fortissimi mezzofondisti oceanici non aveva neanche preparato a perfezione questa gara (da quanto sappiamo) ma ha dato un'immensa dimostrazione di forza con un passo costante e mortale per gli altri concorrenti chiudendo a 14'16"10 nuovo record europeo. L'ultimo ad arrendersi è stato il 2 volte olimpionico Oussama Mellouli che arriva con un bellissimo 14'18"79 ma che nulla a potuto sugli attacchi di Greg.
Ultima nota per una spenta Federica Pellegrini, da lei ci si aspetta sempre tanto, forse troppo, ma quel 1'54"01 della finale dei 200 stile è sembrato veramente troppo scarso per una campionessa come lei, specialmente dopo l'eliminazione nella batteria del 200 dorso. Evidentemente non era in condizione o come nessuno di noi spera è all'alba di un iniziale declino. Stesso discorso vale per un Filippo Magnini che non molla mai, tiene bene in staffetta ma non ha più quello spunto individuale per poter competere a livello Mondiale.
Tutto sommato però questo Mondiale ha visto gareggiare una buona Italia, con diverse scelte tecniche sbagliate nella composizione delle staffette ma che speriamo stia programmando bene per le olimpiadi 2016.
Prossimo appuntamento con il nuoto mondiale dal 24 Luglio al 9 Agosto a Kazan (Russia) per i mondiali in vasca lunga. 

sabato 8 novembre 2014

Zucchero: quanto conosciamo questo alimento?

Entrato ormai da molti anni nelle nostre diete, grazie anche al sostegno dei governi italiani ed europei che ne hanno sovvenzionato l'industria per anni, lo zucchero in tutte le sue forme è uno degli alimenti più consumati dalla nostra popolazione.
Esistono diversi tipi di zucchero e qualcuno proveremo ad analizzarlo in seguito, ma intanto cos'è il saccorosio, comunemente conosciuto come zucchero? Il saccarosio è un composto chimico organico della famiglia dei glucidi chiamati anche carboidrati. La sua struttura chimica è quella del disaccaride (glucide più semplice) in quanto è composto da due monosaccaridi, glucosio e fruttosio che si uniscono insieme grazie al legame O-glicosidico.
Già conosciuto (non nelle forme attuali) diversi secoli prima della nascita di Cristo in estremo Oriente, inizialmente era un succo zuccherino estratto dalla lavorazione della canna da zucchero. In europa si cominciò a parlare di qualcosa simile allo zucchero intorno al V secolo a. C. grazie, prima ai persiani e poi ad Alessandro Magno ma furono gli arabi a intensificarne la produzione. Federico II di Svevia fece arrivare in Sicilia piccole piantagioni ma il vero boom della canna da zucchero si ebbe con la scoperta dell'America e la coltivazione estensiva nei grandi appezzamenti dell'america meridionale e centrale (wikipedia).
Tra il '700 e l'800 si diffuse invece in Europa la coltivazione della Barbabietola da zucchero per effetto di embarghi e lotte intestine tra i paesi della vecchia europa, visto che lo zucchero arrivava via mare dall'America e prevalentemente nei porti inglesi che applicavano forti tasse.
Ai giorni d'oggi sui nostri mercati sono presenti diversi tipi di zucchero, si va dal comune zucchero (di barbabietola) allo zucchero di canna fino ai meno conosciuti zuccheri di palma e di acero.
Per arrivare al prodotto finito, com'è di consuetudine, abbiamo bisogno di una serie di lavorazioni. La principale e indispensabile è l'estrazione del "sugo zuccherino" che avviene in modo differente in base al tipo di pianta da cui si estrae. Una volta estratto il sugo e lavorato in zuccherificio si ottiene lo zucchero in varie forme, a seconda della destinazione commerciale, mentre gli scarti spesso sono utilizzati o per alimentazione animale (barbabietola) o per l'estrazione di alcool per bio combustibile (canna da zucchero).
Normali zollette di zucchero
Passando alla vendita al dettaglio, sempre più spesso troviamo sugli scaffali dei supermercati diversi prodotti, i più comuni sono gli agglomerati e i macinati; dei primi fanno parte le zollette di zucchero, dei secondi fanno parte lo zucchero semolato e lo zucchero a velo che ottieniamo distintamente sulla base della lavorazione (più o meno articolata). Troviamo anche gli sciroppi che rappresentano un piccolissima parte del mercato.
Il business della produzione dello zucchero interessa diverse parti del mondo, la barbietola è quella più coltivata nell'Unione Europea e negli Stati Uniti, mentre la canna da zucchero è coltivata maggiormente in Brasile, India e Cina.
Nell'ultimo decennio diverse polemiche hanno investito il mercato dello zucchero perchè alcuni paesi extraeuropei contestano al WTO (world trade organization) gli aiuti che l'UE stanzia ai singoli paesi per sostenere il "comparto" dello zucchero. Questo infatti porterebbe secondo loro ad un fenomeno di Dumping (riuscire ad arrivare sui mercati a prezzi più bassi rispetto alla media), che il WTO ha riconosciuto ma a cui ancora non si è posto rimedio.
Per quanto riguarda il consumo, lo zucchero è principalemente utilizzato nell'alimentazione umana come dolcificante, e qui da un pò di tempo a questa parte è nato il dibattito sui possibili o già accertati effetti cancerogeni dovuti soprattutto alle sue grandi capacità di apportare calorie all'uomo al momento della sua assimilazione.
Questa caratteristica fondamentale del prodotto che conosciamo e a cui sappiamo di andare incontro al momento del consumo è solo uno dei problemi di questo alimento, quelli che ritengo i problemi più grossi sono legati all'ottenimento del prodotto così come lo troviamo sullo scaffale del supermercato.
Diversi tipi di zucchero in commercio
Non conosciamo, infatti, perfettamente il processo di estrazione e raffinazione, e possiamo avanzare quindi più di qualche dubbio sull'utilizzo di additivi o composti chimici per queste fasi, soprattutto per il raggiungimento del colore bianco splendente finale, visto che il sugo zuccherino si presenta di color marroncino (un pò come lo zucchero di canna, che è comunque meno lavorato) e non ha il potere dolcificante che ritroviamo in quello presente sulle nostre tavole.
La soluzione (se di soluzione si può realmente parlare) sarebbe quella di cercare in commercio degli zuccheri che siano integrali (cioè con nessuna o minima lavorazione della pianta e dello zucchero ottenuto), ma il costo per l'acquisto non sarebbe accessibile a tutti e non donerebbe le stesse caratteristiche ai piatti con esso cucinati.
Infine le alternative sono rappresentate principalemente dal miele, o dal  fruttosio, che essendo naturalmente presente nella frutta dovrebbe maggiormente garantirci. Esistono anche altri dolcificanti: quello naturale è la stevia mentre c'è da fare molta attenzione all'aspartame anch'esso al centro di furibondi scontri sulla presunte azioni cancerogene sul sistema nervoso umano.   

martedì 9 settembre 2014

Orzo...un cereale da poco riscoperto!

Hordeum Vulgare, questo il nome di una delle specie più coltivate al mondo di orzo. Pare che questa annuale abbia le sue origini nella regione del Medio Oriente o nel Tibet, perchè è il cereale che anticamente si adattava meglio alle zone fredde o semiaride dove gli altri cereali, specialmente il frumento, facevano fatica ad attecchire per la bassa resistenza alla siccità.
Ancora oggi infatti è ampiamente coltivato, specialmente nelle zone sopracitate, ed è il quarto cereale in quanto ad ettari vocati dopo frumento, riso e mais.
Foto tratta da: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2014/06/ORZO-4.jpg
Nell'antichità sembra venisse utilizzato per panificare e per la trasformazione in birra.
In Italia non è mai stato tenuto in grande considerazione per uso alimentare, se non per qualche produzione di nicchia, diverso il discorso per uso zootecnico dove molto spesso viene inserito in mangimi o in associazioni specifiche specialmente per i monogastrici (suini) grazie al suo elevato valore energetico (2900-3200 Kcal per kg di s.s.).
Il "frutto" è una cariosside (simile a quella del frumento) e il vero seme è fortemente saldato con quella che possiamo chiamare la buccia del seme, il pericarpo. Il colore della cariosside solitamente giallognolo può virare anche verso un rossastro e, in base al tipo di destinazione d'uso può essere raccolta con un minore o maggiore grado d'umidità, che di solito però non sfora il 25% del peso complessivo.
La composizione media in sostanza secca (cioè quello di cui è composto la cariosside) è: carboidrati per circa il 75%, proteina grezza 10-12%, lipidi 2-3%, fibra 6-7%, ceneri 2-4% (Baldoni - Giardini, Coltivazioni erbacee).
Per quanto riguarda il consumo umano, ultimamente l'orzo sta riaquisendo importanza nel nostro paese grazie soprattutto alla riscoperta del "mangiar sano", delle diete povere di grassi e la sempre crescente voglia di cibo biologico. Infatti si diffonde sempre più l'uso dell'orzo perlato, cioè orzo opportunamente decorticato, (personalmente credo che si perda buona parte delle sue caratteristiche ma anche io lo mangio) che sempre più spesso viene cucinato insieme a molte minestre di verdure, in sostituzione della pasta o del riso, o con insalata cruda, per dare maggiore volume e capacità nutrizionali alla minestra. Non mancano ovviamente anche gli usi "più tradizionali" e che sono rappresentati dall'orzo, preventivamente tostato, usato come alter ego del caffè, o in farina, da solo o mescolato alla farina di frumento, per gli usi più disparati compreso il pane. L'ostacolo principale per l'ottenimento di pane esclusivamente da farina di orzo è l'annerimento dell'impasto che lo rende commercialmete poco appetibile.
foto tratta da: http://www.alimentipedia.it/files/images/orzo.jpg
In generale l'utilizzo dell'orzo come sostituto di altri tipi di carboidrati potrebbe essere consigliato almeno un paio di volte a settimana in modo da variare il tipo di cibo e di carboidrati che ingeriamo specialmente in un momento in cui si parla sempre più di problemi di maggiore insorgenza della celiachia, forse legata alla sempre maggior presenza di glutine nella cariosside dei cereali, caratteristica spesso richiesta dai pastifici, in quanto il glutine aiuta a "tenere insieme" la pasta e quindi non farla scuocere anche in caso di cotture prolungate o con poca acqua.
     

  

martedì 22 luglio 2014

L’ulysse attraversa lo stretto..le sirene le abbiamo in acqua!!


Cronistoria di un’avventura nata per volontà di pochi ma che ha finito per coinvolgere molti.

Drin Driiiiiin,... comincia a squillare il telefono…la sveglia è alle 6.45 ma evidentemente qualcuno non dormiva già da diverso tempo (un nome a caso…il nostro comandante) troppo forte l’ansia e l’emozione di affrontare questa nuova sfida.  Quindi alle 6.30 tutti a terra, ridendo e rispondendo a tutte le cavolate che venivano scritte sul mitico gruppo whatsapp Ulysse Master (un giorno o l’altro ce lo chiuderanno per molestie).
Il primo appuntamento ristretto a pochi intimi, destinazione colazione, è alle 7.45 da Stellario per caffè e granita, due chiacchiere per scambiare le sensazioni e si parte per il prossimo appuntamento: Anselmo alle 8.30! dove ci aspetta Nino Fazio (nostro comandante di operazioni insieme a Giovanni Arena) che dopo i saluti e gli sfottò vari ed eventuali comincia l’opera di “catechizzazione” dei nostri atleti su come affrontare questa avventura e dà istruzioni ai terzetti che dovranno affrontare la traversata insieme.
Il gruppo Ulysse Nuoto che è stato impegnato nella traversata
Saliamo sulle barche e si parte direzione Capo peloro, da dove effettivamente partirà la traversata, lì una volta tornati in spiaggia cominciano le operazioni di “impomatamento” con crema anti meduse e anti sfregamento mentre si attende l’arrivo della “stanca” per poter partire nelle migliori condizioni ambientali.
Ore 10…arriva il momento, il responsabile dei cronometristi, Pizzi, fischia la partenza e i nostri nuotatori dopo aver in precedenza saggiato l’acqua si tuffano per questa avventura. L’inizio non è dei migliori, ci sono diverse meduse e qualcuno viene preso da un po’ di comprensibile scoramento, ma tra un “non ce la faccio” e un “tenetemi d’occhio che mi sento male” siamo già a 300 metri dalla riva.
Dopo venti minuti di nuoto i primi sono fermati dal passaggio di un porta container (che dicevano essere la stessa della tragedia del segesta jet di qualche anno fa), che anche se avevamo l’autorizzazione della capitaneria di porto, ci passa davanti invece che dietro e fa fermare per un attimo i nostri nuotatori impauriti da quel bestione del mare. Intanto dietro registriamo dei richiami per Marcello che dopo averci preso gusto vorrebbe andare a riprendere il primo gruppo, ma viene subito fermato dai responsabili per aspettare gli altri due compagni. Notizie dall’ultima barca…arrivano le mia urla di incitamento per Giovanni, neofita di Ulysse Master che anche se con poca esperienza di nuoto si è voluto cimentare in questa impresa accompagnato da quello che è stato da lui definito “il suo maestro”, Giuseppe, che ha nuotato accanto a lui per tutto il tempo, ricordiamo anche che nella barca poco più avanti c’è sua moglie Daniela appartenente alla vecchia guardia che con Elisa sono le rappresentanti femminili della nostra giornata.
Al passaggio di un secondo porta container che stavolta invece non causa problemi ai nostri nuotatori registriamo un cambiamento di posizioni nella barca di testa con l’allungo di Antonio su Carmelo, allungo decisivo che poi lo porterà a “vincere” la traversata con 48’21”.
Nel frattempo dietro qualche piccola difficoltà per i più lenti a causa della fatica che comincia a farsi sentire a 500 metri circa dall’arrivo, ma con qualche incitamento e qualche bugia tutto passa e si continua con rinnovata verve.
Il primo a toccare la sponda calabra per la gloria di una traversata comunque non agonistica, è come detto prima Antonio che vince su Giuseppe e Carmelo ma con pochissimo margine a dimostrazione di un terzetto molto ben assortito.
Meno battaglia si registra nel secondo terzetto in quanto Marcello dopo l’impeto iniziale ha aspettato il suo compagno e caro amico Massimo arrivando praticamente insieme, leggermente staccato Danilo che però ha registrato anche lui una piccola impresa essendo sempre stato, sin da quando da bambino era un agonista, un velocista di razza, che non si era mai cimentato su lunghe distanze.
Da qui in poi tutta l’attenzione si sposta sugli arrivi dei “più lenti” per cui c’è da aspettare qualche minuto, ma sono quelli che ci regalano le maggiori emozioni.
All’arrivo dei primi gli altri due gruppi erano circa 20 minuti indietro, approssimativamente staccati di 800 metri, ma tutti, un volta toccata la sponda e festeggiato l’arrivo si rimettono in barca per andare a seguire l’arrivo dei più lenti. Continuano gli incitamenti, mentre la riva sembra sempre più vicina.
A 1h07’ dalla partenza approda sulla sponda calabra il terzo gruppetto, quello con le nostre due donne che hanno dimostrato di essere allenate e di non voler mollare neanche quando le meduse hanno ben pensato di andarle a “baciare”. Con loro il nostro comandante Caroleo che ha profuso ogni energia pur di arrivare sull’altra sponda, saranno state le sue origini calabresi a dargli la forza di arrivare???
L’attenzione quindi si sposta sul duo in coda, Giuseppe il maestro e Giovanni l’allievo, che procedono appaiati a 300 metri dall’arrivo Gianni prova uno scatto ma poi si accorge di essere ancora distante…allora decide di continuare col suo passo per altri 5 minuti fin quando la terra non si materializza realmente e a 30 metri dall’arrivo lo scatto che chiude in bellezza la sua traversata. Menzione d’onore va a Giuseppe, organizzatore e promotore della traversata insieme alle nostre donne. Dopo aver raggruppato le persone e preteso da loro i documenti, si è dedicato al suo allievo “portandolo” fino al traguardo come una chioccia barbuta che aveva messo già in salvo tutti gli altri pulcini.
Toccato tutti terra e dopo aver festeggiato le proprie imprese si risale sulle barche per imboccare la via del ritorno…anche a distanza cominciano gli sfottò e l’aria è molto allegra, alle spalle lasciamo il pilone calabro e puntiamo verso capo peloro.
Si torna con una maggior consapevolezza dei propri mezzi e la certezza di aver vissuto una bella esperienza e una grande prova.
In molti c’è la voglia di riprovarci, magari regalandosi qualcosa di ancora più probante, ma in quel momento ognuno pensa a godersi le meraviglie paesaggistiche che solo lo stazionare in mezzo allo stretto può regalare.
 

domenica 6 luglio 2014

Come ci alimentiamo?

Buongiorno cari lettori...
Oggi parliamo di alimentazione, e lo vorrei fare partendo da un articolo interessante uscito sulla Gazzetta dello Sport che parlava di come sia cambiato il rendimento di Nole Djokovic da quando ha cambiato modo di alimentarsi (senza entrare nello specifico delle polemiche che poi l'articolo ha scaturito).
Novak Djokovic tennista numero 2 al mondo del circuito ATP e freschissimo finalista di Wimbledon 2014, è riuscito a fare quel salto di qualità che gli serviva per affermarsi a grandi livelli, anche grazie all'alimentazione e dopo aver scoperto di essere celiaco. Cominciamo quindi col dire che non è detto, anzi è accertato, che chi abbia delle intolleranze di qualsiasi tipo viva peggio delle persone "normali" o sia limitato nelle proprie scelte, piccole o grandi che siano!!
Infatti non si parla solo di dieta in senso stretto, cioè mangiare meno, ma si parla sempre più di dieta intesa come regime alimentare controllato, che consente allo sportivo ma anche al non sportivo di avere sensazioni fisiche e mentali differenti rispetto ad una persona che non pone nessuna attenzione verso questo modo di approcciare l'alimentazione.
Infatti è ormai accertato che alcuni alimenti è meglio ingerirli in determinati momenti della giornata piuttosto che in altri (i carboidrati ad esempio) e non esagerare nelle quantità per riuscire a mantenere un'equilibrio funzionale dello stomaco tale da permettere un'esatta ripartizione delle forze e della brillantezza durante la giornata.
Personalmente provando ad adottare questo regime ormai da quasi 3 anni comincio a conoscere il mio corpo e le sensazioni che questo mi trasmette, tutto ciò porta a conoscere anche i momenti in cui si può "sgarrare" perchè sennò non sarebbe più un modo per stare meglio ma una continua privazione che porterebbe negatività!!
Perciò la parola d'ordine è IMPARARE!! imparare prima di tutto a documentarsi (e spero di potervi aiutare pian piano grazie ai post su questo blog) imparare a conoscersi e a conoscere i propri limiti, imparare a conoscere cosa mangiamo e cosa c'è nel cibo che compriamo per poter iniziare un percorso virtuoso.

 

sabato 31 maggio 2014

3° Trofeo Ulysse Master Speed - 11 Maggio 2014

Giorno 11 Maggio 2014 è stato il giorno del Trofeo Master organizzato dalla mia squadra, l'ulysse Nuoto. Dalla sua nascita chiamato Trofeo Ulysse Master Speed - Memorial Pasquale Pizzi...abbiamo festeggiato quest'anno la terza edizione.
Nata sotto una brutta stella a causa dell'inagibilità degli spalti della location che lo ha sempre ospitato  anche quest'anno siamo riusciti a portarlo a termine seppur con qualche critica, purtroppo non dovuta alla nostra organizzazione ma alle non perfette condizioni della piscina dell'UniMEsport...struttura all'interno della cittadella universitaria di Messina che ci ha cortesemente accolti.
Il programma gare prevedeva gare su tutti gli stili, i 50 e i 100 per ogni disciplina più i 200 e 400 stile libero. In più alla fine abbiamo proposto per la prima volta in Sicilia da un pò di tempo a questa parte la staffetta 4x100 stile libero che ha visto realizzare due nuovi record italiani con enorme nostra soddisfazione.
La targa speciale prevista per la miglior prestazione tabellare della giornata (in base alle tabella FINA quel tempo che si avvicina di più al record del mondo pesato in base a categoria e sesso) è andata a Oriana Burgio splendida atleta M35 della Tennis Club Match Ball con 1907.75 punti realizzati con le sue due gare disputate.
Anche quest'anno quindi, è stata una grande festa di sport e per il nuoto Master grazie (roba non da poco) alla bellissima giornata che ci ha aiutato e che ha fatto tornare a casa i nuotatori notevolmente arrossati e stanchi.
Nei link qui giù potrete gustarvi tutti i risultati della giornata e le foto Ulysse Nuoto realizzate da due nuotatori fotografi d'eccezione!!

Risultati 3° Ulysse Master Speed
Album foto 3° Ulysse Master Speed

giovedì 3 aprile 2014

Prima esperienza sui 200 misti

 Buongiorno amici, come avrete modo di scoprire venendo a spulciare su questo blog di tanto in tanto, una delle mie passioni è il nuoto, diciamolo chiaramente più quello che chiamiamo "open water swim" cioè nuoto in mare (solitamente di fondo o mezzofondo) piuttosto che in piscina, ma purtroppo, anche stando in Sicilia, durante l'inverno non è possibile nuotarci e quindi bisogna "ripiegare" sulla piscina per farsi trovare pronti per la stagione estiva.
Per il primo post vi propongo un mio esperimento, nuotato all'ultimo trofeo a cui ho partecipato con la mia squadra l'Ulysse Nuoto. Per la prima volta infatti mi sono cimentato in un 200 misto, gara in cui pensavo francamente di avere seri problemi e invece...discreto risultato anche cronometrico un 3'15" che rapportato al tempo dei miei 200 stil e(di solito intorno ai 2'45") è quasi un ottimo tempo!

200 mix 16 Marzo 2014, 1° trofeo Etna Nuoto

A parte la musichetta da teatro più che da evento sportivo, quello che mi ha sorpreso è stato il fatto di essere riuscito a tornare in palla nell'ultima frazione, alla fine delle fatiche quando invece solitamente arranchi per cercare di non scoppiare. Si è vero non sono partito forte per cercare di essere il più fluido possibile ma era una cosa che non mi era mai successa prima...sarà tutto il lavoro aerobico fatto quest'anno in piscina? sarà semplicemente che ho visto con la coda dell'occhio quello due corsie più in là che era solo leggermente avanti?
Fatto sta che finalmente si sono risvegliati gli occhi della tigre e tutto è tornato ad essere più dolce!!!